Visualizzazioni totali

venerdì 8 aprile 2011

vestiti di danza classica e scarpete!!!


TutùLe scarpette da punta, emblema della danza classica, sono un modello speciale di calzatura usato dai ballerini per danzare in punta. Permette loro infatti di muoversi sulla punta dei loro piedi.
Questo modello è solitamente indossato dalle ballerine, ciò nonostante anche ballerini lo indossano per determinati ruoli, come l'orribile sorellastra in "Cenerentola" oppure Bottom nel balletto "Sogno di una notte di mezza estate"                                








All’inizio del 19° secolo, divengono esclusivamente femminili. Questa tecnica nasce quando la scarpina piatta soppianta la scarpina col tacco: progressivamente il lavoro del piede in mezza punta portato al limite estremo conduce naturalmente verso l’utilizzo di una nuova scarpina che consenta di andare sulle punte.
Intorno al 1820, già molte danzatrici cominciano a sperimentare in scena la tecnica delle punte che si afferma definitivamente con Maria Taglioni quando nel 1832, danza La Sylphide il primo balletto interamente interpretato sulle punte che acquisiscono altresì una dimensione simbolica in quanto rispondono all’immagine del Romanticismo della donna eterea. In effetti, grazie ad esse, la donna cessa d’essere legata alle leggi dell’anatomia e diventa una creatura sovrannaturale.
Progressivamente, la tecnica delle punte si perfeziona. I passi di danza sempre più numerosi e complessi (ballonné, changement de pied, relevé, tour etc.) necessitano di un apprendimento particolare e di scarpine rinforzate la cui costruzione si evolve con il tempo e differisce secondo le scuole delle varie nazioni: le punte inglesi, per esempio, presentano un profilo molto fino ma sono più larghe di fronte mentre le punte russe sono più a forma conica. Anche i coreografi iniziano a creare balletti che privilegiano il lavoro della danzatrice sulle punte. Tra questi un posto importante occupa Marius Petipa, grande propulsore del virtuosismo nei balletti. Infine, le punte sono divenute il simbolo della danza classica e neoclassica.
L'anatomia delle Punte
La punta è formata da tre parti, esterna, embout, soletta.
 La Tomaia o parte esterna: è la parte estetica della scarpina, essa ricopre il piede ed è in raso. Esistono anche che utilizzano altro materiale meno lucido o tessuto elasticizzato. La parte estrema della punta si chiama “empeigne” (impegno): l’altezza dell’empeigne dipende dalla qualità del piede e dalla sua morfologia. Sarà alta se le dita sono lunghe e il collo del piede forte, corta nel caso contrario e media per i piedi intermedi. Il tallone e la scollatura devono essere anch’essi adatti al piede. 

Per una migliore adesione del tallone, è preferibile aggiungere un elastico che circondi la caviglia tenendo così la scarpina ben ferma al piede. Alcune ballerine preferiscono cucire un elastico più piccolino dietro il tallone, attraverso il quale fare passare i nastri e lasciare così maggiore libertà alla caviglia. Il cordoncino che si trova all’interno della scollatura della scarpina non dovrà essere troppo stretto per evitare danni al tendine d’Achille.
 L’embout: è la piattaforma, la base sulla quale tutto il peso del corpo si posa. All’interno degli spessori di tela incollate induriscono la punta ed avvolgono le dita del piede come un guscio (parte dura sotto l’empeigne). Le dita devono essere ben allungate nel guscio.
 La soletta: è una parte molto importante in quanto è la parte più stretta della scarpina e sostiene il piede dal tallone alla punta. La soletta interna è generalmente composta di cuoio o da policarbonato. Per i piedi molto forti esistono punte con le doppie solette. La soletta esterna è generalmente composta di cuoio.
A che età iniziare a studiare sulle punte?
In generale, le bambine che hanno cominciato a studiare danza tra i 5 e i 10 anni possono iniziare a mettere le punte vero i 12 anni. Non è però sempre così. Bisogna infatti attendere che l’ossatura e la muscolatura siano abbastanza solide per potere reggere senza danni il lavoro sulle punte. In qualche caso, dunque, bisognerà attendere. Meglio è nel frattempo lavorare per irrobustire le caviglie e sviluppare il collo del piede. E’ importante comunque non iniziare senza l’apporto del proprio insegnante, il quale potrà giudicare se si è pronti allo studio con le punte e potrà insegnarvi la tecnica giusta e correggere i vostri difetti.
Preparare le punte per l'uso
Bisogna cominciare cucendo i nastri e gli elastici. Per trovare il posto corretto dei nastri, piegare la parte posteriore della scarpina (il tessuto) all’interno verso la punta. I nastri vanno collocati al limite della piegatura. E’ utile anche mettere un elastico che aiuterà a tenere ben ferma la scarpina. Cucitelo dietro la scarpina, al centro, in modo che l’elastico faccia il giro della vostra caviglia.
Per preservare le punte più a lungo
Rinforzate l’estremità esterna o con un cucitura tutto intorno alla base (operazione piuttosto lunga ma molto efficace) oppure semplicemente mettete uno strato di colla o di vernice per le unghie trasparente. Attenzione! Questo rimedio però rischia di farvi scivolare. Quando le punte sono diventate troppo molli, mettetele nel refrigeratore. Il freddo, infatti, ha un effetto benefico sulle punte e le preserva più a lungo. Si può anche mettere una vernice speciale (tipo colla per legno) all’interno ma è meno pratico e più rischioso in quanto quando c’è troppo caldo la vernice si scioglie e le punte non potranno più essere indossate.
Comprare le Punte
Ogni piede ha bisogno di punte personalizzate anche perchè le scarpine da punta sono costruite interamente o in parte a mano e non c’è alcun paio identico all’altro. Occorre, quindi, ogni volta che si comprano, provarle con grande attenzione. Non devono essere né troppo dure né troppo molli, né troppo piccole né troppo grandi, né troppo strette né troppo larghe. Indossandole osservate se i vostri alluci siano normalmente allungati ma senza avere un grande margine per muoversi. 

Se generalmente usate una protezione per le punte, provate le scarpine con questa, mettendovi in mezza punta. Inoltre, per verificare se non sono troppo piccole, tendete la punta e provate a pizzicare il tessuto al livello del tallone. Se è impossibile, sono troppo piccole. Di più: non stringete troppo il cordoncino che contorna la scarpina in quanto vi deve passare giusto un dito. Se provandole, infine, vi accorgete, mettendovi in punta, che la suola si piega, significa che saranno molto presto inutilizzabili.

vestiti di danza classica



vestiti di danza classica


                  



danza contemporanea!!!


danza contemporanea!!!

danza hip hop!


danza hip hop!!!

danza moderna


danza moderna!

Danza del ventre!!!



Danza del ventre!!!

lunedì 4 aprile 2011

La danza, una delle tre arti sceniche principali nell'antichità insieme al teatro e alla musica, si esprime nel movimento del corpo umano secondo una piano prestabilito o improvvisato: la coreografia. Spesso accompagnata da musiche o composizioni sonore, la danza nel linguaggio e nella tradizione della danza popolare può essere chiamata anche ballo.
La danza è la prima espressione artistica del genere umano perché ha come strumento il corpo. Essa è stata (ed è) parte dei rituali, preghiera, momento di aggregazione della collettività nelle feste popolari e anche occasione di aggregazione tra persone (un esempio attuale ne è la danza nelle discoteche). In ogni caso, nel corso dei secoli questa arte è sempre stata lo specchio della società, del pensiero e dei comportamenti umani. La danza permette di esprimere al meglio i nostri sentimenti attraverso il linguaggio del corpo. Ogni movimento non viene eseguito soltanto con braccia e gambe,ma anche con mente e con cuore. Tutti nella loro vita possono dire di aver ballato perché questa è un'azione naturale; nessuno può definirsi incapace perché quest'arte va costruita nel tempo, con pazienza, costanza e
La storia della danza è una disciplina vastissima, non solo perché esistono molte forme di danza, ma anche perché, come arte del corpo in movimento, essa è l’unica arte che si svolge contemporaneamente nel tempo e nello spazio. Per quanto riguarda la storia della danza come forma d’arte dello spettacolo, da sempre la danza ha costituito uno dei livelli espressivi del teatro. Nella tragedia e nella commedia dell’antica Grecia il "coro" si esprimeva principalmente danzando nello spazio antistante l’edificio scenico (σχηνέ, skené) denominato ορχήστρα, (orchéstra). Il fatto che in quello spazio il coro danzasse non solo spiega l’etimologia della parola "orchestra", che deriva appunto dal verbo ορχήομαι (orchéomai, danzare), ma è anche il motivo per cui in molte lingue moderne i termini che si riferiscono alla danza (italiano: "coreografia", "coreutica"; francese: chorégraphie, choreutique; inglese: choreography, choreutic) portano in sé l’etimo greco χόρος, (kóros). Il termine italiano "danza", invece, così come il francese danse, l’inglese dance e il tedesco tanz derivano dalla radice tan (sanscrito), che è associata al concetto di “gioia”.
Nelle civiltà antiche indiane, cinesi ed egiziane, la danza voleva raffigurare il corso armonioso degli astri. I greci posero la danza sotto la protezione della musa [Terpsichore [[:en:Terpsichore]]]], facendone così un simbolo della propria cultura. Per i romani, invece, assunse la forma di pantomima, continuando a trasformarsi fino alla depravazione. In seguito all'avvento del Cristianesimo, anche se inizialmente fu accolta nei riti all'interno delle chiese, in seguito fu condannata dalla Chiesa e nel corso del Medioevo scomparve dalla liturgia, mentre sopravvisse nella forma di danza popolare. Nel seguente sviluppo della musica strumentale, la danza si espanse soprattutto nelle corti italiane e durante il XVII secolo soprattutto in Francia, dove veniva praticata in particolare nei palazzi reali come arte raffinata. La danza divenne così una vera e propria Arte e nel corso dei secoli nacquero numerose coreografie, che nell'Ottocento venivano rappresentate in teatri prestigiosi come l'Opèra di Parigi e la Scala di Milano.La danza, sia nel tempo che nello spazio, si è sviluppata in numerose forme. Le denominazioni che seguono riguardano perlopiù la sua evoluzione come arte dello spettacolo. Se ne possono trovare di diversi generi.
La danza classica o "accademica" è una delle forme di danza teatrale più conosciute e sicuramente la più antica.
La sua origine proviene direttamente dall'Italia, dai balli di corte del Rinascimento,voluti da Luigi XIV (re Sole). Ma il genere venne presto ripreso anche dalle corti francesi, che lo svilupparono e lo portarono alla massima espressione tra il XVII e il XVIII secolo. Per questo motivo la terminologia del balletto classico è in lingua francese. Inoltre, nell'Ottocento, venne introdotto l'uso delle scarpette da punta,inizialmente utilizzate dagli uomini per sembrare più alti nei balletti, e successivamente vennero adottate dalle donne
La danza classica o "accademica" è una delle forme di danza teatrale più conosciute e sicuramente la più antica.
La sua origine proviene direttamente dall'Italia, dai balli di corte del Rinascimento,voluti da Luigi XIV (re Sole). Ma il genere venne presto ripreso anche dalle corti francesi, che lo svilupparono e lo portarono alla massima espressione tra il XVII e il XVIII secolo. Per questo motivo la terminologia del balletto classico è in lingua francese. Inoltre, nell'Ottocento, venne introdotto l'uso delle scarpette da punta,inizialmente utilizzate dagli uomini per sembrare più alti nei balletti, e successivamente vennero adottate dalle donne.
Exquisite-kfind.png

La danza moderna si è sviluppata all'inizio del Novecento nel Nord Europa grazie a Rudolf Laban e Mary Wigman e negli Stati Uniti d'America con le espressioni libere iniziate da Isadora Duncan e Ruth St. Denis. Si è poi definita con varie tecniche grazie a Martha Graham, Doris Humphrey, Charles Weidman e José Limón.
Exquisite-kfind.png

Pur richiamandosi alla tecnica accademica, la danza neoclassica si avvale di un linguaggio vicino a quello della danza classica con atteggiamenti da danza moderna. La Danza neoclassica è uno stile della danza classica, o danza accademica, che nasce alle soglie del Novecento negli Stati Uniti d'America, anche grazie al coreografo americano di origine russa George Balanchine.
Si tratta di una forma che si sviluppa in senso opposto sia alla Danza libera di Isadora Duncan e di Ruth Saint-Denis, che alla Danza moderna o Modern Dance avviata sempre negli America da Martha Graham, Doris Humphrey e Charles Weidman.
La danza neoclassica, al contrario delle nuove forme di danza, si avvale del tradizionale bagaglio tecnico del linguaggio coreografico accademico (prese, posizioni rigidamente definite, bilanciamento, movimenti geometrici etc.), ma le utilizza tentando una maggiore libertà di scrittura e introducendo nuovi passi e nuove figure.
Fra l'altro la danza neoclassica si avvale delle cosiddette scarpe da punta, ovvero di scarpe particolari con la punta rinforzata specifiche della danza classica, del tutto abolito nelle nuove forme di danza novecentesche.
Exquisite-kfind.png

La danza contemporanea prosegue la rivoluzione attuata dalla danza moderna a favore di nuove espressioni corporee, che talvolta comprendono anche la recitazione di testi. Dalla danza classica alle Urban Dances (breakdance e hip-hop), la danza contemporanea, il teatrodanza, il performing media, pongono il principio del superamento dei generi e delle forme artistiche performative convenzionali. La danza contemporanea rientra pienamente nelle nuove Arti sceniche contemporanee. La danza contemporanea nasce in Europa e negli Stati Uniti dopo la Seconda guerra mondiale. Prosegue la rivoluzione attuata dalla danza moderna a favore di nuove espressioni corporee, che talvolta comprendono anche la recitazione. La danza contemporanea sperimenta e va alla ricerca sempre di un corpo "altro" dal quotidiano, "altro" dall'idealizzazione del corpo realizzata dalla tradizione del balletto classico accademico. Il corpo del danzatore contemporaneo è un ipercorpo, come un ipertesto nell'informatica, una pagina web, con molti input espressivi ed emozionali per chi danza e chi guarda tra il pubblico. È un corpo dove si inscrive la realtà contemporanea dell'uomo moderno del nuovo millennio. Nei suoi gesti, nei suoi movimenti, nelle linee del corpo, delle braccia, delle mani, delle gambe che disegnano spazi corporei e geometrie nell'aria e a terra, c'è tutto l'uomo, le sue emozioni umane, la ricerca costante dell'amore, la gioia della vita, l'eros nel desiderio dei corpi che si intrecciano, ma c'è anche la paura, l'incertezza del nostro vivere quotidianoDanza Sportiva
Exquisite-kfind.png

L'intento di trasformare l'arte della danza in sport è qualcosa di recente e molto discutibile dal punto di vista estetico. Oltre agli aspetti legati all'arte e allo spettacolo, dall'inizio del 1900 ha preso forma la danza da competizione, divenuta sport ufficiale nel 1995 con il riconoscimento dal parte del CIO e (in Italia nel 1997, con la nascita della Federazione Italiana Danza Sportiva e suo ingresso nel CONI). La danza divenuta sport subisce la perdita della qualità dal punto di vista della libertà creativa ed espressività. La danza sportiva ha una lunga storia nel campo delle "danze di coppia", che comprendono i principali balli delle diverse parti del mondo. Recentemente l'ideale di danza quale sport olimpico ha coinvolto ed entusiasmato anche le "danze artistiche". La Danza sportiva rappresenta la trasposizione del ballo, generalmente di coppia, da disciplina artistica in disciplina sportiva, con proprie regole, competizioni e gare agonistiche, il cui livello varia dall'amatoriale al professionistico suddiviso in varie classi. La Federazione Italiana Danza Sportiva denominata "FIDS", è stata riconosciuta dal CONI; organizza lo sport in Italia, definendone le normative. Anche altri enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI,che non possono definirsi federazione, come ad esempio il Centro Sportivo Italiano, L'M.S.P. Italia, la UISP,o altri enti che affiliano anche associazioni che si occupano di danza, come ad esempio l' A.I.D.C.Associazione Italiana Danze Caraibiche,organizzano competizioni e scuole di questo sport,a carattere puramente amatoriale, con regole affini a quelle emanate dalla FIDS.

Exquisite-kfind.png

Si tratta di una forma di danza teatrale relativamente recente che si è sviluppata in Germania a partire dagli anni '70 (Tanz Theater)per diffondersi in seguito in molti altri Paesi europei. Le rappresentazioni di teatrodanza hanno carattere narrativo e si avvalgono spesso anche dell'uso della parola recitata. Talvolta prediligono il gesto al movimento danzato e pongono il corpo del danzatore-attore al centro dell'evento teatrale. La più celebre esponente di questo genere è la danzatrice e coreografa Pina Bausch.L'espressione "danza urbana" si riferisce ad eventi, performance e creazioni coreografiche in spazi pubblici ed indaga il rapporto tra danza, corpo danzante e architettura. L'espressione "danza urbana" non si pone come definizione di genere ma come apertura stessa, spazio di sperimentazione del corpo nel contesto urbano. Essa pùò comprendere al suo interno, in una sorta di insieme aperto, tutte quelle esperienze che integrano danza, movimento, paesaggio urbano e spazio pubblico. Essendo la città specchio continuo del movimento stesso, questo insieme non può che essere aperto e in trasformazione, come un corpo, come il corpo stesso. Essere umani ha qui direttamente a che fare con la scoperta tattile e concreta del mondo e dello spazio, la cui connotazione architettonica procede acquistando nuova e diretta consapevolezza. Il corpo che danza si relaziona e interferisce con lo spazio urbano stesso, può riappropriarsi dello spazio, scoprirne usi altri. Secondo queste premesse in questi contesto possono essere quindi considerate vicine esperienze di ricerca degli anni '70 come quelle di Trisha Brown e Joan Jonas, così come le pratiche di danza urbana come la breakdance, la danza con lo skateboard, o quella saltata del city jumping.
Il termine "danza urbana" viene importato in Italia nel 1997 in corrispondenza del primo Danza Urbana - festival di danza nei paesaggi urbani a Bologna, oggi alla XIII edizione. Il festival, tra i più importanti ed innovativi festival di danza contemporanea in Italia, si svolge a Bologna, generalmente a settembre, coinvolgendo compagnie di danza da tutta Europa e da tutto il mondo
Exquisite-kfind.png

Vero nome B-boying o Breaking, questa danza non-accademica nasce nelle strade del Bronx (nelle periferie americane di New York) intorno al 1975 ad opera di giovani afroamericani che avevano avuto problemi con la società, influenzati dalle innovazioni musicali di Dj Kool Herc. Unica forma di danza che svolge la propria ricerca artistica in ambienti popolari e grazie ad essi propone una modalità estetica che entra in pieno contatto con lo spettatore. La breakdance (vero nome b-boying o breaking) è una disciplina di ballo della cultura hip hop sviluppato dalle comunità giovanili afro-americane e latine del Bronx a partire dal 1968. Dj Kool Herc coniò il termine b-boy per identificare i giovani che ballavano scendendo "a terra", durante i suoi breaks musicali nelle feste di strada del 1972. A partire dagli anni 80 il b-boying si è diffuso in tutto il mondo, evolvendo la sua tecnica con mosse sempre più spettacolari, e associando la sua pratica ad un vero e proprio stile di vita, di stampo hip hop Danze popolari e tradizionali
Exquisite-kfind.png

Le danze popolari sono l'espressione delle diverse comunità locali, un tempo agricole o montanare. Nei Paesi dove sono sopravvissute alla modernizzazione, assieme al repertorio musicale a loro necessario, sono danzate con molta vivacità e ultimamente sono tornate a diffondersi anche al di fuori dei confini locali e tradizionali.
Exquisite-kfind.png

La danza jazz è l’insieme di vari stili e tecniche di danza non facili da etichettare. Anticamente questo termine indicava una tradizionale danza della comunità afro-americana ma ha preso spunto anche da altre civiltà: ha ereditato il movimento europeo che ha affinato e contribuito all’eleganza nel movimento, e quello africano che ha dato l’impulso ritmico e il fascino primitivo. Il termine "danza jazz" viene usato per descrivere un tipo di movimento in continua evoluzione proprio perché legato ai cambiamenti della cultura: dalle danze sociali degli anni Venti allo sviluppo delle danze teatrali, fino ad arrivare ad oggi con l'hip hop e il Funky jazz.




La classe di danza (1871-1874), uno dei più noti dipinti di Edgar Degas sul tema delle danzatrici classiche.

danza-emilia